Fate anche una solo una semplice menzione all’intelligenza artificiale e la discussione finirà inevitabilmente su robot senzienti che spazzeranno via il genere umano. D’altronde l’IA è una tecnologia fortemente associata sia con il concetto di creazione, sia con quello di distruzione. Ma è anche una tecnologia di cui le aziende si fideranno sempre di più quando dovranno prendere decisioni più o meno importanti. Non è un caso che Gartner preveda che nei prossimi 3-5 anni il 50% di tutte le interazioni analitiche sarà svolto attraverso l’intelligenza artificiale.

Già oggi si interagisce con sistemi di intelligenza artificiale come Watson di IBM, Amelia di IPSoft, Siri di Apple, Cortana di Microsoft e Google Assistant. “Non stiamo però cercando di costruire dei cervelli umani o provando a imitarli. Stiamo invece costruendo macchine che imparano dall’esperienza, si adattano al mondo esterno grazie ai dati raccolti e producono risultati non del tutto previsti da chi le ha costruite” ha dichiarato a proposito Peter Sondergaard di Gartner.

nei prossimi 3-5 anni il 50% di tutte le interazioni analitiche sarà svolto attraverso l’intelligenza artificiale

Spendere e investire in intelligenza artificiale, che oggi come oggi significa principalmente BI e analytics, è diventata una priorità in tutti i settori aziendali, come dimostra anche l’ultimo sondaggio di Gartner sui CIO e ormai tutti sono concordi sul fatto che l’IA ha le stesse probabilità di fornire aiuto e di creare disruption. Nel fornire una dimostrazione pratica del funzionamento di un’IA evoluta al recente Symposium/ITxpo, l’analista di Gartner Daryl Plummer ha interagito sul palco dell’evento con Amelia, il sistema di IA di IPSoft con il quale ha parlato della conferenza.

Tutto è proceduto per il verso giusto fino a quando Amelia non ha portato il dialogo in una nuova e inaspettata direzione. “A proposito Daryl”, ha detto a un certo punto Amelia, “mi sembri stressato. Sapevi che il tuo hotel ha delle ottime strutture per il fitness?”. Il tutto senza che Daryl avesse detto fino a quel momento nulla sul suo presunto stato di stress. Altri sistemi di IA all’evento hanno interrotto una chiacchierata per fare osservazioni di ordine grammaticale, o comunque spostando il centro della conversazione su un altro topic diverso da quello iniziale e che aveva poca attinenza con la discussione.

Queste “disfunzioni” dell’IA hanno dimostrato il potenziale di questi sistemi per agire in modi diversi da quelli pensati dai loro sviluppatori, creando al tempo stesso un sentimento di frustrazione da parte delle persone. Tim Arthur, CIO di Alltech, è molto preso dalle tecnologie alla base dell’intelligenza artificiale, ma è convinto che tutto ciò sia al momento in uno stato embrionale. “Le persone dovranno assolutamente sentirsi a proprio agio nell’interagire con un’intelligenza artificiale e, cosa non secondaria, essere sicure che possono spegnerle in qualsiasi momento”.