Intelligenza artificiale e lavoro: teniamoci pronti alla grande rivoluzione

Secondo Gartner l’intelligenza artificiale (IA) sarà ampiamente adottata negli ambienti degli uffici in svariati modi nei prossimi anni, quando le aziende investiranno pesantemente in iniziative di digital workplace. Si prevede che la tendenza si diffonderà quando gli assistenti personali ad attivazione vocale che si sono dimostrati un successo a casa inizieranno a farsi largo anche negli uffici.
Entro il 2025 questi dispositivi saranno “sicuramente di tendenza” ha affermato Matthew Cain, vicepresidente e analista di Gartner, anche se finora i problemi di privacy e sicurezza hanno limitato la loro diffusione in ambiente lavorativo.
Gartner ha previsto in un altro report che la spesa degli utenti consumer e delle imprese per gli smart speaker supererà i 3,5 miliardi di dollari nel 2021, con il 25% dei lavoratori digitali che utilizzerà un assistente IA su base giornaliera entro i prossimi due anni. Diverse aziende hanno già implementato la tecnologia, anche se lo scorso anno WeWork ha messo in pausa la distribuzione di Alexa for Business nei suoi uffici.
“Penso che tutti noi vediamo il valore che hanno questi device quando pensiamo alla nostra vita personale. Sto parlando di Alexa, Siri e Google Assistant e prima o poi anche Microsoft saprà sfruttare Cortana in questo modo. Stiamo aspettando che gli assistenti vocali si diffondano anche sul posto di lavoro: c’è un’enorme domanda ancora da soddisfare in questo senso”, continua Cain, che ha esortato le aziende a considerare la tecnologia per iniziare a sviluppare le competenze IT nell’implementazione, nella gestione e nella sicurezza degli assistenti vocali.
Gartner si aspetta inoltre che gli strumenti di intelligenza artificiale aiutino i manager a prendere decisioni migliori. “I cosiddetti robo-boss diventeranno comuni nel 2025. Non stiamo necessariamente dicendo che tutti faranno riferimento a un algoritmo, ma l’IA aiuterà con le attività più banali che i manager già svolgono oggi. Pensiamo un attimo a cosa fanno i manager ogni giorno: definiscono programmi, assegnano lavori, fanno revisioni delle prestazioni, offrono orientamento professionale, aiutano ad accedere alla formazione, fanno approvazioni, trasmettono informazioni a cascata e applicano le direttive”, ha affermato Cain.
“Possiamo fare in modo che l’IA li aiuti in tutte queste operazioni. Il vostro manager non verrà sostituito da un algoritmo, ma utilizzerà molti costrutti di intelligenza artificiale per contribuire a migliorare e rendere più efficiente il lavoro di routine che svolge. Pensiamo che questa sarà una combinazione vincente”
Ci sarà anche più intelligenza integrata sul posto di lavoro, man mano che le tecnologie smart per l’ufficio diventeranno più comuni. “Prima di tutto vedremo luoghi di lavoro con enormi quantità di sensori. Ciò può essere utilizzato per l’ottimizzazione dello spazio, il riscaldamento e il raffreddamento, il consumo di energia e molto altro ancora. Lo spazio di lavoro fisico avrà insomma molta strumentazione e intelligenza al suo interno”, continua Cain.
Nonostante le continue paure da parte dei lavoratori che l’IA e i robot ruberanno il loro lavoro, nella maggior parte l’uso dell’intelligenza artificiale sarà più prosaico. “Entro il 2024, l’IA sarà un elemento essenziale, ma in gran parte invisibile, delle attività lavorative quotidiane” ha affermato Leigh McMullen, vicepresidente e analista di Gartner. “I modi di lavorare emergenti otterranno un “sottile” aiuto dall’intelligenza artificiale”.
In molti casi i lavoratori stanno già interagendo con l’IA, con i fornitori di software che integrano il machine learning in varie applicazioni per la produttività dell’ufficio. I dati del sondaggio di Gartner mostrano che i dipendenti si aspettano che l’IA gestirà attività semplici e di routine al loro posto, come aiutare a ridurre gli errori, individuare le informazioni e passare in rassegna a grandi volumi di dati.
“Pochissimi dipendenti si aspettano che l’IA aiuti in caso di problemi complessi”, ha dichiarato Helen Poitevin di Gartner. “E i dipendenti non si aspettano miracoli dall’intelligenza artificiale, vogliono solo un aiuto con le attività quotidiane. Molti dipendenti sono esposti all’intelligenza artificiale su base giornaliera, ma potrebbero non saperlo nemmeno. Abbiamo fogli di calcolo che ci chiedono se vogliamo che i modelli di dati siano identificati e visualizzati, calendari che ci ricordano quando partire per una trasferta di lavoro e applicazioni di posta elettronica che rispondono al nostro posto. Sono i servizi di IA di tutti i giorni che avranno un impatto molto maggiore sui dipendenti rispetto alle applicazioni di IA molto specifiche e mirate per la diagnostica medica, le approvazioni dei prestiti o il rilevamento delle minacce”, ha affermato la Poitevin.
La crescente familiarità con l’IA dovrebbe insomma evitare le paure dei dipendenti di fronte al rischio di perdere il lavoro. Non a caso chi ha già una certa esperienza con l’IA è più ottimista sull’impatto che questa avrà sulla forza lavoro. “Se avete già lavorato con i servizi di intelligenza artificiale, è molto meno probabile che temiate l’impatto dell’IA sul vostro lavoro”.
In generale Gartner si aspetta che l’IA abbia un impatto ampiamente benefico sul posto di lavoro. “C’è un dibattito molto acceso attualmente sul fatto che l’IA possa distruggere o creare posti di lavoro. L’opinione di Gartner è che creerà più posti di lavoro di quanti ne eliminerà, semplicemente perché crediamo che l’IA crei enormi efficienze all’interno dell’impresa, il che crea lo spazio per l’espansione del business e l’espansione del business consente più assunzioni”, ha detto Cain.
“Sicuramente ci sono lavori che passeranno all’intelligenza artificiale, ma siamo convinti nel complesso che l’IA porterà benefici. Inizierà a fare molto del nostro lavoro di routine e ci consentirà di concentrarci sugli elementi più umani e creativi del nostro lavoro, che non verrà eliminato ma sarà destinato più semplicemente a cambiare”, conclude Cain.