Nell’era della trasformazione digitale, il team di sviluppo software ha un peso sempre più importante nelle decisioni d’investimento delle imprese nelle tecnologie IT, e nei relativi progetti di implementazione. Inoltre due aziende su tre ormai applicano metodologie DevOps, che prevedono la stretta e continua collaborazione e interazione tra sviluppo software e funzioni operative aziendali. Sono alcune tra le conclusioni principali di un’indagine di IDC su 2500 sviluppatori in tutto il mondo, contenuta nel report “PaaS View and the Developer 2019” appena rilasciato.

Dall’indagine emerge che il team di sviluppo software aziendale gode di una notevole autonomia nella scelta di tool e piattaforme, e risulta sempre più influente nelle scelte di acquisto IT, al punto di poter essere definito un “key stakeholder” nelle decisioni di investimento relative alla transizione al Cloud Computing e in generale alla trasformazione digitale.

“Questa crescente autonomia e influenza dimostra come il ruolo degli sviluppatori nella Enterprise IT stia cambiando”, spiega in un comunicato Arnal Dayaratna, research director Software Development di IDC. “Sono visti sempre più come visionari e architetti della trasformazione digitale, e sempre meno come esecutori di un piano definito da una leadership IT centralizzata”.

Per dare una visione completa dello scenario dello sviluppo software, precisa il comunicato, nel campione IDC ha incluso oltre agli sviluppatori di applicazioni anche data scientist, data analyst, business analyst, sviluppatori di software infrastrutturale e mobile, e specialisti low-code e no-code.

Dall’indagine emerge che la scelta e l’uso di linguaggi e piattaforme di sviluppo resta fortemente frammentato, e pone quindi un gran numero di sfide ai team di sviluppo, anche per la necessità di prevedere le implicazioni sulla prospettive di supporto a lungo termine delle applicazioni. In questa situazione, osserva IDC, i linguaggi che più probabilmente continueranno ad avere successo tra gli sviluppatori sono quelli che abilitano più casi d’uso e ambienti di sviluppo, come Python e Java, o fanno leva su specializzazioni uniche, come JavaScript, o possono contare su un numero più alto di specialisti, vista la forte domanda di competenze di sviluppo da parte delle aziende.

Altri responsi da segnalare dell’indagine sono i seguenti:

il 67% delle organizzazioni ha adottato almeno in parte delle metodologie DevOps;

– circa uno sviluppatore su 5 si dichiara molto esperto di tecnologie container e microservices;

– il 44% degli sviluppatori ha già usato tecniche di sviluppo “low-code” per scopi professionali.

L’interesse degli sviluppatori per DevOps è il segno di un interesse più generale per la trasparenza, la collaborazione e l’uso di tecnologie open source non fine a se stesso ma integrato nell’ambito di processi di sviluppo software aziendali strutturati, spiega nel comunicato Al Gillen, group vice president, Software Development and Open Source di IDC. “Gli sviluppatori sono sempre più orientati a collaborare, utilizzare componenti di codice creati da altri, e documentare in modo trasparente tutte le decisioni legate al processo di sviluppo”.