Windows Update for Business: ecco il ritardo programmato

La scorsa settimana Microsoft ha fornito alle aziende un modo per ritardare fino a un massimo di quattro settimane gli aggiornamenti di sicurezza di Windows 10, che in alcuni casi potrebbero essere persino dannosi per la stabilità di applicazioni e dello stesso sistema. Ci riferiamo alle nuove opzioni contenute nell’aggiornamento 1511 di Windows 10 rilasciato da Microsoft lo scorso giovedì e disponibili per le aziende che utilizzano Windows 10 Pro, Windows 10 Enterprise e Windows 10 Education e che gestiscono i PC aziendali con il servizio Windows Update for Business (WUB), introdotto da Microsoft a maggio.
L’aggiornamento 1511, il più corposo mai rilasciato per Windows 10 da fine luglio, ha reso disponibili alcune impostazioni che permettono di decidere quando rilasciare ai PC dell’azienda gli upgrade e gli update di Windows 10. Ricordiamo che nel lessico di Microsoft un upgrade è un insieme di nuove (o migliorate) funzionalità che Microsoft rilascerà molto probabilmente due o tre volte all’anno. Un update invece comprende tutti quegli aggiornamenti di sicurezza, patch e bug fix rilasciati invece molto più frequentemente.
Ora gli amministratori IT possono impostare un gruppo di regole per controllare la tempistica degli upgrade e degli update di Windows 10, incluso il ritardo da una a quattro settimane per l’installazione degli aggiornamenti di sicurezza e non. Lo scopo è naturalmente quello di permettere alle aziende di non installare subito gli aggiornamenti, ma di sapere se nel frattempo l’update in questione potrebbe causare problemi e di attendere quindi eventuali bug fix da parte di Microsoft.
L’opzione per il ritardo dell’installazione degli aggiornamenti non può essere utilizzata per rimandare alcuni update e non altri. Gli amministratori IT possono però impostare il ritardo dell’installazione solo per un gruppo di PC aziendali, testare l’aggiornamento e poi distribuirlo al resto dei PC nel caso l’update si sia dimostrato affidabile e non problematico.
Le aziende possono comunque posticipare gli update di Windows 10 o ignorarli completamente utilizzando anche altri strumenti
Questa novità arriva dopo un lungo periodo in cui gli utenti aziendali hanno dimostrato un certo scetticismo nei confronti del modello di aggiornamento di Windows 10, soprattutto per il fatto che Windows Update for Business non offrirebbe un meccanismo sicuro per evitare che eventuali update buggati e difettosi raggiungano i PC aziendali.
Preoccupazioni non certo campate per aria, visto che già in passato alcuni aggiornamenti di Microsoft hanno causato più problemi che altro. Nel novembre di tre anni fa ad esempio un update di sicurezza di Windows 7 causava crash continui con Outlook, costringendo Microsoft a rilasciare dopo diversi giorni un bug-fix per sistemare il problema.
Le aziende possono comunque posticipare gli update di Windows 10 o ignorarli completamente utilizzando anche altri strumenti, come nel caso di Windows Server Update Services (WSUS) o del System Center Configuration Manager. La possibilità di ritardare gli update non è però contemplata per chi utilizza Windows 10 Home o per gli utenti singoli di Windows 10 Pro. Anche le piccole aziende che non gestiscono i loro PC attraverso le policy di gruppo non possono bloccare gli aggiornamenti fino a quattro settimane.
Bisogna infine considerare che le nuove impostazioni di Windows Update for Business non vanno a intervenire su un altro punto caldo per gli amministratori IT, ovvero la natura cumulativa degli update di sistema. L’aggiornamento del 10 novembre ad esempio conteneva sei diversi update di sicurezza. Non è insomma possibile, anche con queste nuove possibilità, scegliere quale update scaricare e quale rimandare all’interno di un aggiornamento cumulativo.
Anche quelle aziende che si appoggiano su un sistema molto più granulare come il WSUS hanno due sole opzioni: bloccare uno specifico update cumulativo (e quindi non ricevere nessun contenuto), oppure approvare l’update e prendere tutto quello che c’è al suo interno. O tutto o niente insomma.