Windows on ARM potrebbe rafforzarsi grazie ai nuovi Mac M1?

L’annuncio di Apple relativo ai primi Mac con processore M1 basato su piattaforma ARM potrebbe essere la spinta perfetta di cui Windows on Arm avrebbe bisogno per una vera maturazione. Quello che possiamo sperare infatti è che la combinazione delle prestazioni elevate di questi nuovi Mac con sforzi di sviluppo esistenti da parte di Microsoft possa finalmente rendere Windows on Arm una realtà.
L’affermazione di Apple secondo cui il nuovo MacBook Air con processore M1 è “tre volte più veloce del notebook Windows comparabile della sua categoria” è così vaga da essere quasi priva di significato. A cosa viene confrontato l’M1: a un chip Ice Lake di Intel di decima generazione? A un Comet Lake? A uno dei nuovi processori Tiger Lake di 11a generazione?
Abbiamo già affrontato questo discorso con Windows on ARM, in particolare per gli sforzi di Qualcomm per i suoi processori Snapdragon. A partire dall’Asus NovaGo, i laptop basati su Snapdragon hanno mantenuto una promessa assoluta: una durata della batteria molto elevata. Non sono però stati all’altezza delle affermazioni sulle prestazioni secondo cui i chip ARM potevano tenere il passo con un Intel Core. Nel tempo, Windows on Arm si è spostato (o è stato spinto) in una nicchia per PC sempre connessi in grado di offrire prestazioni medie ma ottima connettività tramite la loro combinazione di Wi-Fi e modem cellulari.
Sono quindi abbastanza scettico sul fatto che l’M1 di Apple possa offrire prestazioni paragonabili ai laptop Windows con processori Intel. Se fosse davvero così potente, avremmo già visto confronti diretti. Abbiamo anche notato che Apple non è ancora pronta a rinunciare ai suoi MacBook Pro basati su Intel Core, specialmente nella categoria da 16 pollici.
Il software è importante
Dove Apple eccelle è nella fusione dei suoi sforzi di ingegneria hardware e software. Craig Federighi, il vicepresidente senior dell’ingegneria del software per Apple, ha affermato che, grazie al chip M1, Safari funziona 1,5 volte più velocemente e che i Mac ora si riattivano immediatamente. “Progettando insieme l’intero sistema, hardware e software, siamo in grado di migliorare ulteriormente le cose che amate del vostro Mac”, ha affermato.
Più importante, tuttavia, è la compatibilità. Federighi ha annunciato piani per app “universali”, probabilmente in vista di un Apple App Store in grado di riconoscere quale processore sia in uso su un Mac e scaricare il software binario appropriato. Si noti inoltre che l’ecosistema software di Apple è più piccolo e più concentrato, con maggiore enfasi sulle proprie app rispetto a quanto si vede nell’ecosistema più ampio e flessibile di app Windows.
Le applicazioni di punta come Adobe Photoshop non saranno però disponibili in un formato di app “universale” fino al prossimo anno, ha affermato Federighi. Inutile dire che notevoli omissioni come questa potrebbero relegare il MacBook Pro con M1 allo stato di “curiosità” per ora.
Questa è comunque un’area in cui lo slancio di Apple potrebbe mostrare ai PC con processori ARM una via da seguire, qualunque sia il sistema operativo che eseguono. Questo perché per i Mac M1 la tecnologia di emulazione Rosetta di Apple interviene quando il codice nativo non è disponibile. Sul lato Windows, i chip ARM possono eseguire app a 32 e 64 bit codificate per ARM e app a 32 bit codificate per X86 su Windows, ma non possono ancora eseguire le app X86 a 64 bit più comuni che altri PC eseguono. Una lacuna che dovrebbe essere colmata entro questo mese, ma solo per utenti Windows Insiders e non per i PC attualmente in vendita.
È ora di trasformare Windows on ARM in realtà
Windows on ARM sta ancora lottando per trovare un suo posto ben preciso. Anche il tentativo di Microsoft, rappresentato dal Surface Pro X con chip Qualcomm SQ1, è stato lanciato senza la compatibilità con le app X86 a 64 bit. Apple è in ritardo su questo versante, ma ha presentato una visione più coerente ai suoi clienti. Anche l’influenza di Apple potrebbe aiutare molto. Gli sviluppatori che si impegnano a scrivere codice per Apple on ARM possono giustificare più facilmente lo sviluppo anche per Windows on ARM.
Dall’altro lato della barricata i processori X86 non spariranno, ma il salto di Apple ad ARM ha chiaramente preoccupato Intel: “Riteniamo che i PC basati su Intel, come quelli basati su processori mobili Intel Core di undicesima generazione, forniscano ai clienti globali la migliore esperienza nelle aree che apprezzano di più, così come una piattaforma più aperta per gli sviluppatori, sia oggi che in futuro”, ha affermato Intel in una dichiarazione rilasciata nei giorni scorsi.
Ora è il momento che Microsoft rilasci il proprio interprete a 64 bit per i processori ARM nel canale Windows Insider e che i produttori di PC esaminino ancora una volta le piattaforme che supportano. L’argomento sull’ampia connettività di Windows on ARM non ha tanto senso durante una pandemia come lo avrebbe in un mondo in cui le persone viaggiano liberamente e si connettono dove vogliono. Ma la visione rimane praticabile e Apple potrebbe aiutarla ad arrivarci.