Viaggiatori d’affari a serio rischio sicurezza

Una persona su cinque è stata vittima del cyber crimine mentre si trovava all’estero, mentre la percentuale sale a quasi un terzo (31%) tra i manager più senior. Eppure la metà delle persone che viaggia per lavoro (54%), e fino al 62% dei manager, non adegua il proprio comportamento quando è all’estero, nonostante si trovi lontano dalla sicurezza della propria rete aziendale e sta gestendo i dati privati dei propri datori di lavoro.
Kaspersky Lab ha condotto un’indagine su un campione di 11.850 persone provenienti da Europa, Russia, America Latina, Asia Pacifico e Stati Uniti. Lo studio ha riscontrato che la richiesta di rimanere connessi offusca il giudizio dei viaggiatori d’affari quando si trovano online. Tre figure senior su cinque (59%) affermano di tentare di accedere a Internet il più rapidamente possibile nel momento dell’arrivo all’estero, poiché i colleghi si aspettano che rimangano connessi. Nel momento in cui i viaggiatori d’affari raggiungono il terminal degli arrivi, uno su sei utilizza il proprio dispositivo lavorativo per andare online.
Quasi la metà (48%) dei manager più senior e oltre due manager di medio livello su cinque (43%) utilizzano reti Wi-Fi pubbliche non sicure per collegare i propri dispositivi di lavoro all’estero, mentre almeno due utenti su cinque (rispettivamente 44% e 40%) usano il Wi-Fi per inviare messaggi di posta elettronica di lavoro con allegati confidenziali o con dati sensibili.
la richiesta di rimanere connessi offusca il giudizio dei viaggiatori d’affari quando si trovano online
Uno dei motivi per cui i viaggiatori d’affari si comportano in questo modo, svela il report, è la convinzione ampiamente diffusa che i propri dispositivi di lavoro siano intrinsecamente più sicuri rispetto agli strumenti di comunicazione privati, a prescindere dalla modalità di connessione. Due utenti su cinque (41%) si aspettano che i propri datori di lavoro abbiano applicato forti misure di sicurezza. Questo è particolarmente evidente tra i dirigenti d’azienda (53%) e i manager di medio livello (46%).
Quasi la metà (47%) pensa che, se i datori di lavoro mandano personale all’estero, devono accettare qualsiasi rischio per la sicurezza che possa derivarne. Ma gran parte dei viaggiatori d’affari, e in particolare i dirigenti d’azienda, non aiutano con il loro comportamento indiscriminato all’estero. Un dipendente senior su cinque (20%) ammette di utilizzare i dispositivi lavorativi per accedere a siti web di natura sensibile tramite Wi-Fi, rispetto ad una media del 12%. Uno su quattro (27%) fa la stessa cosa per l’online banking, mentre la media è del 16%.
“In primo luogo consigliamo di spiegare i rischi ai dipendenti, poiché la consapevolezza è il primo passo verso la protezione. Un’altra contromisura importante è la sicurezza quando ci si connette a reti pericolose, usando, ad esempio, una VPN per accedere alla rete aziendale e la crittografia delle e-mail. Inoltre, si dovrebbe implementare una protezione endpoint multi-livello, che includa i moduli anti-malware, di prevenzione dagli exploit e di protezione dalle intrusioni host-based, il firewall, le tecnologie di filtraggio degli URL e l’installazione dei software più aggiornati e delle patch di sistema” ha commentato Morten Lehn, General Manager di Kaspersky Lab Italia.