Le nuove frontiere del riconoscimento biometrico

Le tecnologie di riconoscimento del volto sono destinate a crescere notevolmente nei prossimi cinque anni come metodi di sicurezza in ambito governativo, aziendale, finanziario e consumer. Se infatti nel 2015 questo mercato valeva 230 milioni di dollari a livello globale, nel 2019 si stima che varrà 450 milioni di dollari secondo le previsioni di TrendForce.
Guidati dalla corazzata iPhone, i sensori per il riconoscimento delle impronte digitali sono invece cresciuti dalle 316 milioni di unità spedite nel 2014 alle 499 milioni dello scorso anno, ma nel 2020 si stimano consegne per 1.6 miliardi di unità. Secondo poi un recente report di IHS Technology, le revenue generate da questi sensori saliranno da 1.86 miliardi di dollari del 2015 a 2.6 miliardi di dollari nel 2020.
Al tempo stesso anche le tecnologie per il riconoscimento dell’iride negli smartphone stanno vedendo una crescita significativa, sebbene siano presenti su ancora pochissimi device come il Fujitsu Arrows NX F-04G e il Lumia 950, che rappresentano meno del 1% dell’odierno mercato degli smartphone. E’ vero che secondo alcune voci di corridoio LG e Samsung potrebbero introdurre il riconoscimento dell’iride in alcuni dei loro smartphone nel corso di quest’anno, aumentando così questa percentuale così bassa, ma a dominare il mercato odierno continuano a essere i lettori di impronte digitali.
Ancora più marginale è il mercato delle tecnologie di riconoscimento facciale, che però, rispetto a quelle per la lettura delle impronte digitali, offrono una sicurezza maggiore visto che le caratteristiche biometriche di un volto umano non possono essere facilmente “copiate”. Oggi il riconoscimento facciale viene utilizzato per lo più da sistemi di sicurezza e monitoraggio piuttosto avanzati, ma il suo utilizzo si sta espandendo anche in altri settori come il retail e i pagamenti mobile.
Lo scorso anno ad esempio Alipay, la piattaforma di pagamento online lanciata dal colosso cinese dell’e-commerce Alibaba, ha proposto un sistema di pagamento basato sul riconoscimento facciale in partnership con Face ++, piattaforma cloud creata dalla startup cinese Megvii. Chiamata Smile to Pay, questa piattaforma permette agli utenti di Alibaba di effettuare pagamenti online semplicemente scattando dei selfie.
Altre grandi compagnie tecnologiche che negli ultimi anni hanno investito nel riconoscimento facciale, con tanto di brevetti specifici, sono Microsoft, Google e Facebook. Ci si sta inoltre muovendo sempre di più verso il riconoscimento 3D, molto più sicuro di quello 2D. Su questo versante, incarnato alla perfezione dalla RealSense Camera sviluppata da Intel e Microsoft, una parte fondamentale è affidata alla luce a infrarossi, che riesce a individuare con più precisioni i tratti distintivi di un volto.
La tecnologia RealSense, sfruttata da Windows per la funzionalità di accesso Hello proprio per il riconoscimento facciale dell’utente, è tra le più promettenti in questo ambito e potrebbe rappresentare per Intel una superiorità notevole rispetto a Qualcomm e ARM nella lotta per primeggiare nel mercato dei processori mobile. Intel infatti è ancora indietro su questo versante, ma se RealSense dovesse prendere piede negli smartphone come alternativa alle impronte digitali e al riconoscimento dell’iride, Intel sarebbe molto più favorita rispetto ai suoi competitor.