14enne hackera un’auto con un device autocostruito

Un ragazzo ancora troppo giovane persino per avere la patente è riuscito a connettersi in modalità wireless al computer di un auto e a controllarne diverse funzioni. Il 14enne si è costruito da solo e in poche ore un dispositivo di controllo remoto assemblandolo con componenti elettronici costati appena 15 dollari.
In un incontro organizzato questa settimana dal Center for Automotive Research alcuni dirigenti del settore si sono detti sbalorditi da questo attacco hacker avvenuto la scorsa estate, facendo poi notare come ci sia ormai bisogno di una maggior sicurezza per proteggere le automobili, dal momento che queste integrano sempre più funzionalità wireless.
Il ragazzo, il cui nome non è stato rivelato, era tra i 30 partecipanti della terza edizione del Battelle CyberAuto Challenge tenutasi lo scorso luglio e, nemmeno per quanto riguarda il modello e l’anno dell’auto colpita, non sono stati rilasciati dettagli.
“Anche se siamo sempre più connessi anche nelle nostre auto, i sistemi tecnologici e la sicurezza dei dati peccano altamente in protezione” afferma il Senatore Edward Markey, membro del Commerce, Science and Transportation Committee. “Dobbiamo collaborare con l’industria automobilistica e con gli esperti di sicurezza informatica per stabilire regole chiare, in modo da assicurare la necessaria sicurezza e privacy ai guidatori americani del XXI secolo”.
Con solo qualche saldatura e un po’ di assemblaggio, il quattordicenne ha costruito un dispositivo in grado di comunicare con il Controller Area Network (CAN) del veicolo e di controllare da remoto alcune funzionalità dell’auto come i fari, i tergicristalli, il clacson e persino lo sblocco delle portiere e l’accensione stessa della macchina.
A detta di molti esperti del settore tra cui Andrew Brown Jr. di Delphi Automotive, il ragazzo non sarebbe dovuto essere in grado di fare quello che ha fatto, visto che il processo per infiltrarsi del CAN di un veicolo richiede conoscenze profonde e specifiche e che il giovane ha declinato qualsiasi aiuto da parte degli esperti presenti al CyberAuto Challenge.
Anuja Sonalker, lead scientist del gruppo fondante del Battelle CyberAuto Challenge, ha comunque fatto notare come non sia stato possibile accedere da remoto ai sistemi critici del veicolo che controllano freni e acceleratore. Da questo punto di vista, secondo la Sonalker, “i produttori di auto hanno fatto un buon lavoro in fatto di sicurezza”.