I Mac “funzionano” (almeno per ora) e i PC sono macchine per hobbisti. Entrambi sono stereotipi, certo, ma potrebbero offrire qualche spiegazione sul perché gli Apple Store siano così fiorenti e sul perché Microsoft abbia invece deciso di chiudere tutti i suoi store fisici (i cosiddetti Microsoft Store presenti in USA, Canada, Australia e Gran Bretagna).

Microsoft ha definito questa mossa come un “nuovo approccio alla vendita al dettaglio” guidato attraverso il suo sito web e i canali di vendita online, piuttosto che attraverso una rete di negozi fisici. Ma a ben vedere non è una decisione del tutto inaspettata. Lo scorso anno infatti Microsoft ha chiuso praticamente tutti i suoi “chioschi” al dettaglio nei centri commerciali, lasciando i più grandi Microsoft Store su un terreno molto incerto.

Ma esattamente perché i Microsoft Stores non hanno funzionato? Parte del motivo può essere il loro approccio alla vendita al dettaglio. I Microsoft Store hanno sempre dato l’idea di essere una sorta di caffetteria tech, ovvero luoghi dove rilassarsi e parlare di tecnologia in generale. Gli Apple Store invece sono sempre sembrati dei ristoranti esclusivi: se non entrate per comprare qualcosa, uscite. In ogni caso la pandemia ha ovviamente fatto sentire i propri effetti su entrambe le catene di negozi.

I Microsoft Store offrivano anche supporto per PC

Nonostante le differenze, gli Apple Store e i Microsoft Store non sono solo negozi, ma anche centri di supporto. Come sa chiunque possieda un iPhone, se qualcosa va storto, la prima fermata da fare è di solito presso un Apple Store e il suo Genius Bar. È impossibile sapere quante persone visitino un Apple Store solo per guardare e acquistare rispetto a quante abbiano un appuntamento per un qualsiasi intervento di supporto, ma c’è da scommettere che, nel caso dei Microsoft Store, la percentuale di persone bisognose di supporto fosse più alta di quella riferita ai clienti tradizionali.

Ecco perché la chiusura dei negozi fisici di Microsoft avrà certamente delle conseguenze negative per molti utenti di dispositivi Microsoft. I Surface, dopotutto, non sono certo macchine perfette. Il Surface Book 2 presentava ad esempio numerosi bug e non sono stati pochi gli utenti di questo dispositivo che sono dovuti ricorrere a un intervento presso un Microsoft Store per questioni di surriscaldamento, cosa che da oggi in poi non sarà più possibile fare.

microsoft store

Con la pandemia ancora in atto, oggi c’è in effetti meno enfasi sul visitare i negozi fisici. Le persone continuano infatti a fare acquisti prevalentemente online e semplicemente restituiscono articoli con difetti fisici o che non possono riparare da soli. Man mano che i clienti imparano di più sul proprio PC, si rivolgono a siti di supporto della community come Reddit, video dimostrativi e altre correzioni fai-da-te. Microsoft potrebbe anche orientarsi verso una strategia perseguita in passato: stabilire degli “store-in-a-store” presso grandi catene come Best Buy.

Ciò che i Microsoft Store hanno offerto è stato un marchio affidabile per mostrare il PC nel suo insieme e fornire servizi quando necessario. Tutto questo ora scompare. I teorici delle cospirazioni di Microsoft vedranno questo come un altro esempio dell’allontanamento progressivo di Microsoft dagli utenti consumer e c’è sicuramente del vero in ciò, sebbene Windows e Xbox continuino ad attirare molta attenzione presso le principali catene retail americane come Best Buy, Walmart e Target. Ed è senza dubbio un strano che mentre Microsoft si appresta a chiudere suoi negozi fisici, esistono ancora store fisici di AT&T, Apple, T-Mobile e Verizon.

Mi piacerebbe pensare, tuttavia, che Microsoft abbia ora un’opportunità senza precedenti di revisione delle vendite e dell’assistenza allo stesso modo in cui ha reinventato la conferenza online. L’evento Microsoft Build di quest’anno è stato un superbo esempio di come fornire sessioni on demand su più fusi orari, insieme a sessioni “lab” mirate in cui gli sviluppatori potevano porre domande.

Domande che ci sentiamo di porre anche noi questo punto. Con i Microsoft Store chiusi, come si muoverà Microsoft? Potrà sfruttare gli smartphone consumer per diagnosticare i problemi? Potrà usare le tecnologie di accesso remoto per fare lo stesso? Investirà in negozi specializzati nella riparazione di computer trasformandoli in centri assistenza autorizzati? Nel breve termine la chiusura dei Microsoft Store accelererà la tendenza degli appassionati di PC fai-da-te. La sfida ora per Microsoft è quella di allontanarsi dai suoi negozi fisici e trovare un’opportunità online.