L’ascesa e la caduta di Intel nel mercato dei tablet sta assomigliando sempre di più alla disavventura dei netbook di quasi dieci anni fa. Il colosso informatico americano si sta infatti distanziando sempre di più dal settore dei tablet tradizionali per cercare maggiori soddisfazioni in quello degli ibridi e dei tablet 2 in 1 top di gamma.

Anche di fronte alla notizia di ieri del licenziamento di 12.000 dipendenti la sensazione è infatti che Intel potrebbe tagliare anche alcune line di chip Atom per tablet, le cui vendite sono crollate del 44% nel primo trimestre del 2016 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un calo che secondo l’analista di Mercury Research Dean McCarron equivale a circa 4 milioni di chip per tablet consegnati nel primo trimestre 2016. Numeri decisamente bassi persino in un mercato in declino come quello dei tablet, se è vero che IDC stima per il 2016 195 milioni di tablet consegnati, il 5,9% in meno rispetto al 2015.

Jim McGregor, analista capo di Tirias Research, ritiene che l’avventura di Intel nel mercato dei tablet ricordi molto quella già avvenuta con i netbook, un settore cresciuto molto rapidamente e collassato altrettanto velocemente. Le vendite di Netbook esplosero infatti nel 2008 per poi iniziare a crollare già nel 2010 con l’arrivo dei tablet (e soprattutto di iPad).

Criticati per essere troppo piccoli e poco potenti, i netbook svanirono presto dagli scaffali dei negozi e anche Intel cessò la produzione di processori per notebook nel 2013, sebbene negli ultimi tempi un mercato simile per concezione a quello dei netbook sia riemerso grazie ai Chromebook, che comunque rappresentano ancora un fenomeno di nicchia.

Nel mercato dei tablet in effetti i processori basati su architettura ARM offrono un mix migliore di prestazioni e bassi consumi e, secondo McGregor, non ha ormai più molto senso per Intel investire in processori Atom per tablet se poi i risultati in termini di vendita sono così modesti. Tra l’altro quello dei chip per tablet è l’ultimo in ordine di tempo di una serie di mosse poche felici intraprese dal management di Intel negli ultimi anni, assieme al WiMax e al servizio TV OnCue, tanto che oggi il colosso americano si sta focalizzando più su connettività, datacenter e Internet of Things.

non ci stupiremmo se l’attuale gamma di Atom della famiglia Cherry Trail per tablet e Pc di fascia bassa non venisse rinnovata

Eppure nel 2014, quando Intel decise di investire pesantemente nel settore dei tablet puntando a vendere 40 milioni di processori Atom per modelli di fascia medio-bassa, riuscì nel suo intento, arrivando a vendere ben 46 milioni di chip per lo più a produttori di tablet cinesi. L’obiettivo dichiarato era quello di avvicinarsi ai numeri ben più alti dei chip ARM, ma nonostante l’ottima partenza nel 2014 Intel si ritrovò sotto di alcuni miliardi di dollari per le perdite accumulate proprio dalla sua divisione mobile.

Per questo nel 2015 si è deciso di puntare più sulla profittabilità che non su alti volumi di vendita e sulla ricerca (ormai data per vana) di una posizione dominante nel mercato dei tablet. Come risultato Intel ha in effetti venduto meno chip ma a prezzo più alto e puntando soprattutto su tablet di fascia alta, ricavando così maggiori profitti nel primo trimestre 2016.

Ecco perché la compagnia vuole staccarsi sempre di più dalla produzione di processori Atom economici, tanto che non ci stupiremmo se l’attuale gamma di Atom della famiglia Cherry Trail, utilizzata per lo più in tablet e in PC di fascia bassa, non venisse rinnovata. Si passerebbe così in questo caso a una gamma del tutto nuova di processori Pentium e Celeron su piattaforma Apollo Lake, che a partire dalla seconda metà del 2016 andrebbe a sostituire l’attuale gamma di chip Braswell per quanto riguarda PC e ibridi a basso costo ma non per i tablet tradizionali.

Altro indizio di un’imminente fine degli Atom per tablet è la volontà di Intel di puntare in futuro per questo settore sui Core M della famiglia Skylake, decisamente più veloci dei chip Cherry Trail e con un consumo molto simile. Un futuro per gli Atom Cherry Trail potrebbe comunque esserci se si guarda al mercato della realtà virtuale e aumentata.

Già adesso infatti un processore di questo tipo è integrato negli HoloLens di Microsoft e Intel potrebbe puntare per questi chip su altri visori, ma anche su indossabili o in generale su dispositivi IoT. Non dimentichiamo infine il settore degli smartphone, dove gli Atom sono presenti con percentuali tutt’altro che disprezzabili. Contando poi che si parla di un mercato da un miliardo di pezzi venduti ogni anno, Intel potrebbe dire la sua con i chip Atom destinati a smartphone di fascia medio-bassa.