Microsoft porterà il suo assistente vocale Cortana su dispositivi Android e iOS grazie ad apposite app. Una mossa che dimostra chiaramente come il colosso di Redmond voglia offrire i suoi servizi a quante più persone possibili e non solo agli utenti Windows e Windows Phone.

La notizia è stata riportata lo scorso venerdì da Reuters che ha citato fonti attendibili interne a Microsoft, secondo le quali questo progetto in ambito mobile dovrebbe concretizzarsi dopo l’uscita sul mercato di Windows 10, che come forse già saprete includerà Cortana (finora disponibile solo su smartphone con Windows Phone 8.1). La notizia di Reuters riportava anche la volontà di Microsoft di sviluppare una versione avanzata di Cortana, ma non è chiaro se questa supposta release arriverà anche su iOS e Android o se si tratterà di un’esclusiva Windows.

Resta comunque da capire il motivo per cui Microsoft abbia deciso di portare Cortana sui dispositivi rivali, pur considerando come sempre validi il motto “mobile-first” e la strategia di Redmond di diventare la piattaforma dominante in ambito produttivo. Cortana non era forse il gioiello esclusivo di Microsoft, nonché quella tecnologia proprietaria in grado di fare la differenza e di rendere unici gli smartphone Windows Phone?

Sì e no secondo Jan Dawson, analista capo di Jackdaw Research. “Quando tu e io parliamo di Cortana, la consideriamo alla stregua di Siri, o meglio come un semplice assistente vocale. In realtà Microsoft vede Cortana come qualcosa di molto più ampio che ingloba non solo il ruolo di assistente vocale, ma anche l’analisi predittiva, l’intelligenza artificiale e molti altri fattori che a un utente medio possono sfuggire quando pensa a Cortana”.

Un altro motivo che spiega la mossa di Microsoft è l’essenza stessa di Cortana come tessuto connettivo che è sempre mancato nei servizi di Microsoft

Da questo punto di vista, sempre secondo Dawson, ci sono già pezzi di Cortana in programmi cross-platform e in servizi offerti da Microsoft, come le funzionalità di personalizzazione del motore di ricerca Bing e alcuni aspetti di Outlook. Ecco perché Dawson pensa che portare Cortana su iOS e Android sia una mossa evolutiva di un processo già in corso e non un radicale ripensamento della strategia di Microsoft.

Inoltre, se è vero che Cortana intesa solo come assistente vocale è un tratto distintivo non da poco per gli smartphone Windows Phone, è altrettanto vero che la quota dell’OS mobile di Microsoft è drammaticamente bassa a livello globale (2,7% a fine 2014). In questa ottica la decisione di Microsoft può quindi essere vista come un semplice atto di pragmatismo per estendere la tecnologia alla base di Cortana su quanti più dispositivi possibili.

Dawson è inoltre convinto che Cortana sarà una feature chiave di Windows 10, ma che lo scenario più comune che ci attende a breve sarà quello di un utente che usa in casa un PC con Windows 10 e, in mobilità, uno smartphone Android o un iPhone senza per questo rinunciare a Cortana, che potrebbe diventare così un motivo di attrazione non da poco per entrambe le fasce di prodotti (desktop e mobile).

Un altro motivo che spiega questa mossa è l’essenza stessa di Cortana come tessuto connettivo che è sempre mancato nei servizi di Microsoft. Diversamente da Siri infatti Cortana mira a essere qualcosa di più che non un semplice “risponditore di domande”. Microsoft infatti ambisce a rendere questa sua tecnologia uno strumento in grado di offrire un’ampia gamma di informazioni contestuali e di migliorare continuamente con il tempo grazie alla raccolta di dati e informazioni. Vista l’enorme base utenti di device Android e iOS, Cortana avrebbe insomma a disposizione una piattaforma dati immensa e questo a Microsoft non dispiace assolutamente.