La morte di Internet Explorer: addio al browser di Microsoft dopo 27 anni

“Non ero mai stato a una riunione nei miei 33 anni di carriera imprenditoriale in cui un concorrente aveva insinuato in modo così palese che avremmo dovuto smettere di competere con esso o che ci avrebbe schiacciati”, disse Barksdale durante il processo antitrust del Dipartimento di Giustizia americano del 2001 contro Microsoft.
Nonostante quell’avvertimento decisamente minaccioso, Netscape continuò a guidare la rivoluzione tecnologica di Internet. JavaScript, ad esempio, è probabilmente il linguaggio di programmazione più popolare a livello globale e fu una creazione di Netscape. Ma anche Microsoft, in tutta onestà, ha avuto i suoi momenti. Ad esempio, IE 3.0 fu il primo browser ad adottare Cascading Style Sheets (CSS) nel 1996.
Ma il vero motivo per cui stiamo dicendo addio a IE solo oggi, molto tempo dopo che Netscape è diventato storia, è che Microsoft ha sfruttato il suo monopolio illegale di PC/Windows per escludere Netscape dai computer. Microsoft spinse infatti i fornitori di PC a mettere il nuovo sistema operativo e il suo browser su tutti i loro PC. L’obiettivo non era tanto quello di eliminare altri fornitori di sistemi operativi desktop (a metà degli anni ’90 non c’era una vera concorrenza in questo settore), quanto quello di distruggere Netscape.
Nella sua causa contro Microsoft, il Dipartimento di Giustizia americano fu d’accordo con questa tesi, sostenendo che il monopolio dei PC di Microsoft rese impossibile a Netscape di competere con IE. Sfortunatamente, il governo USA commutò a Microsoft una pena a dir poco blanda e alla fine (anno di grazia 2003) Netscape morì definitivamente proprio come aveva minacciato Microsoft otto anni prima.
Di fatto Microsoft smise di innovare con IE soprattutto dopo aver rilasciato IE6 con Windows XP nel 2001. Perché preoccuparsi? Dopotutto gli utenti non avevano alternative quando si trattava di usare un browser web, tanto che in quegli anni la quota di mercato di IE era costantemente superiore al 90%.
Qualcosa cambiò quando nel 2005 Firefox, partendo dal vecchio codice di Netscape, divenne una valida alternativa a IE. La vera fine di Internet Explorer iniziò, tuttavia, quando Google decise di creare con Chrome nel 2008 un browser Web moderno, veloce ed efficiente.
Da quel momento in Microsoft rimase sempre dietro in termini di innovazione e non è un caso se oggi Edge, l’attuale browser di Microsoft, è basato su Chromium, la base di codice open source di Chrome. In effetti, ad eccezione di Firefox, tutti i principali browser Web Windows attuali (come ad esempio Opera) sono basati sulle fondamenta di Chromium. Edge offre una funzionalità denominata modalità IE che utilizza il motore Chromium per i siti Web moderni e il motore Trident MSHTML di IE11 per i siti legacy creati per funzionare con Internet Explorer.
Nonostante ciò, le persone usano ancora IE oggi (che Dio li aiuti!). Il Digital Analytics Program (DAP) del governo federale degli Stati Uniti riporta infatti una media di 300.000 visite ai siti governativi con Internet Explorer negli ultimi 7 giorni. Sebbene il supporto per IE11 su Windows 10 sia terminato il 15 giugno, il client desktop IE11 su Windows 8.1 e Windows 7 (e persino su Windows 10 Enterprise, versione 20H2), andrà avanti “barcollando” a suon di aggiornamenti di sicurezza estesi.
Inoltre, la modalità IE in Microsoft Edge sarà ancora supportata almeno fino al 2029 e quindi quei siti Web e app compatibili solo con IE continueranno a funzionare ancora per qualche anno. Ma allora quand’è che IE morirà una volta per tutte? Non lo sappiamo. Microsoft non l’ha specificato. Un giorno, però, riceverete un Windows Update che cancellerà IE definitivamente. Non vedo l’ora!