Quando Apple ha annunciato il suo nuovo servizio di streaming alla WWDC, ha in qualche modo preso nel mirino Spotify. L’azienda di Cupertino ha spiegato che, per il suo Apple Music, pagherà agli artisti le tariffe che meritano e tratterà la musica come arte, piuttosto che come bit digitali. Una indiretta provocazione, alla quale Spotify ha deciso di rispondere.
Innanzitutto citando impressionanti statistiche sulla sua crescita. Attualmente Spotify ha 75 milioni di utenti attivi e più di 20 milioni di utenti abbonati al suo servizio, ovvero il doppio rispetto a maggio 2014, quando raggiunse la soglia di 10 milioni di abbonati. Per quanto riguarda il pagamento dei diritti d’autore, Spotify spiega che ha corrisposto agli artisti un totale di 3 miliardi di dollari, di cui 300 milioni nei primi tre mesi del 2015.

I pagamenti di Spotify e di altri servizi di streaming sono stati messi sotto i riflettori alla fine del 2014, dopo che la cantautrice americana Taylor Swift ha ritirato la sua musica da Spotify, sostenendo che questo tipo di servizi, sostenuti dalla pubblicità, svaluta la musica.

Nel suo ultimo annuncio, Spotify ha difeso la sua offerta gratuita, sostenendo che la musica c’è sempre stata alla radio, e ha paragonato le funzioni gratuite offerte dal suo servizio al fatto di sintonizzarsi sulla stazione FM preferita. Spotify ha detto anche che l’80 per cento dei suoi abbonati ha iniziato con servizi gratuiti, sottolineando l’importanza di questo tipo di offerta.

Apple Music, come già il servizio Beats Music, non prevede un accesso gratuito, e probabilmente diventerà un temibile rivale per Spotify e altri servizi di streaming come Google Play Music Unlimited, Rdio, e Xbox Music Pass.

Quando sarà lanciato, il prossimo 30 giugno, Apple Music avrà dalla sua una massiccia base di utenti iTunes tra iOS, OS X e Windows. Anche se le vendite di musica di iTunes sono in declino, è probabile che gli utenti siano attratti dalla possibilità di abbinare il proprio catalogo musicale personale a un nuovo servizio di streaming.