Intel prevede che la carenza di chip durerà fino al 2023

Mentre Intel ha registrato entrate record nel quarto trimestre del 2021, il suo amministratore delegato Pat Gelsinger ha affermato che la carenza di chip persisterà per tutto il 2022 e anche nel prossimo anno. Secondo Gelsinger, guardando a tutto il settore, il 2021 è stato dominato da due temi ricorrenti: una domanda senza precedenti e carenza di componenti.
Intel ha registrato un fatturato record nell’ultimo trimestre dello scorso anno: 20,5 miliardi di dollari, in aumento del 3% rispetto a un anno fa, con i profitti saliti a 4,6 miliardi di dollari. Il Client Computing Group (CCG) dell’azienda ha però registrato un calo del 7% a 10,1 miliardi di dollari. I problemi di fornitura hanno quindi colpito i clienti dei PC di Intel, tanto che entrate derivate dai laptop sono diminuite del 16%, anche se quelle dei desktop hanno contribuito a compensarle visto che sono cresciute del 19%.
I problemi di fornitura di chip hanno avuto anche un ampio impatto su altri mercati, tra cui quello automobilistico, l’IoT e i data center. Come già previsto nei mesi scorsi, questa carenza di componenti persisterà per tutto l’anno in corso e si spingerà fino al 2023. In questo periodo il settore continuerà ad affrontare sfide in più aree, tra cui la carenza di fonderie e substrati.
Nonostante questo scenario, Gelsinger ha però affermato che Intel si trova in una posizione meno complessa, dato che l’azienda ha sempre puntato sulla costruzione di chip nelle proprie fabbriche, compreso il nuovo complesso in Ohio di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi.
Nel 2021 Intel ha spedito 100 milioni di unità dei suoi chip Tiger Lake di 11a generazione e ha affermato che i suoi chip Alder Lake di 12a generazione sono disponibili per 140 clienti in 30 paesi. Entro la fine dell’anno Intel distribuirà Raptor Lake, un chip già in lavorazione nei laboratori Intel. George Davis, l’ex direttore finanziario dell’azienda che ora ricopre il ruolo di consigliere esecutivo, ha affermato che Intel sta assistendo a un cambiamento della domanda dai PC consumer e entry-level “a quelli che chiamiamo notebook Big Core e ai nostri desktop”.
La base del successo di Intel è stata il suo Data Center Group (DCG). Gelsinger ha affermato che il numero di chip Xeon spediti da Intel a dicembre ha superato l’intera concorrenza per il trimestre. Le entrate derivanti dal DCG sono state di 7,3 miliardi di dollari, il 20% in più rispetto a un anno fa. Il gruppo Internet of Things di Intel ha registrato invece vendite per 1,1 miliardi di dollari e Mobileye, che Intel prevede di scorporare parzialmente, ha registrato vendite per 356 milioni di dollari. La società ha infine affermato che intende ristrutturarsi: non è un caso che la sezione Arc dedicata ai processori grafici, il cui lancio è previsto formalmente entro la fine del trimestre, sarà un’unità separata.