Fornitori Cloud, i numeri dello “stress test” Coronavirus

Con l’emergenza coronavirus, che ha costretto milioni di persone a lavorare da remoto, anche i fornitori di servizi cloud vengono messi alla prova. I leader globali del cloud stanno sottoponendo a stress test la propria infrastruttura e attivando procedure di resilienza specifiche per rispondere alla pandemia. Le società di analisi Forrester e GlobalData hanno pubblicato valutazioni dell’impatto della crisi sui servizi cloud.
Nel suo report del 12 marzo, Forrester ha indicato le iniziative intraprese da Amazon, Google e Microsoft:
- Amazon Web Services ha incluso la risposta alla pandemia nella sua pianificazione della resilienza e scala regolarmente per gestire i picchi di domanda, come durante il Black Friday. Le politiche e le procedure di risposta alla pandemia sono state integrate nella pianificazione del disaster recovery. Sono state prese misure per garantire ampia capacità e continuità di servizio.
- Google Cloud ha costituito un gruppo di lavoro interno per pianificare e mitigare gli impatti commerciali derivanti dall’emergenza Covid-19. La società ha espresso fiducia nel fatto che i suoi sistemi continueranno a supportare i clienti durante questo periodo.
- Microsoft Azure ha registrato un aumento del 500 percento di riunioni, chiamate e conferenze sulla sua piattaforma di collaborazione Teams dal 31 gennaio. Nello stesso periodo, ha visto un aumento del 200 percento nell’utilizzo di Teams su dispositivi mobili. La società mantiene la disponibilità dei servizi cloud eseguendo istanze multiple in diverse posizioni geografiche.
Forrester suggerisce agli utenti cloud di non farsi prendere dal panico, dato l’ultimo decennio di massicci sviluppi del cloud. Mentre l’impatto a lungo termine sulle persone e sulle future modalità di lavoro non è chiaro, la pandemia offre un significativo caso di studio e una prima valutazione sulla promessa del cloud computing.
GlobalData ha sottolineato che, a seguito dell’emergenza Covid-19, è aumentata la domanda non solo per il cloud computing, ma anche per altre soluzioni IT come l’edge computing. Mentre i fornitori di tecnologia cloud come Amazon, Google, Microsoft e Verizon potrebbero trarre vantaggio da questa emergenza per un periodo di 12 mesi, i fornitori IaaS (infrastructure as-a-service) di secondo e terzo livello, con basi clienti meno affidabili, potrebbero soffrire di più, così come i provider di infrastrutture e servizi cloud che hanno in settori vulnerabili colpiti dalla ricaduta economica.
“Man mano che le aziende interrompono le loro attività nelle sedi fisiche e, se possono, proseguono il lavoro in modalità da remoto, è chiaro quanto sia importante il cloud per la continuità delle operazioni”, ha affermato GlobalData. “Ogni azienda che ha resistito attivamente alla digitalizzazione deve ora confrontarsi con una dura realtà. Questo mette i fornitori di servizi cloud in una posizione di forza”.