Sette consigli per mantenere il controllo sulla spesa cloud

Nel secondo trimestre 2020, a livello globale, le aziende hanno speso la cifra record di 34,6 miliardi di dollari in servizi cloud. I dati, riportati dalla società di ricerca Canalys, mostrano un aumento di circa l’11% rispetto al trimestre precedente e del 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Ciò che i dati non possono dire è quanto di quel denaro sia stato sprecato a causa di una pianificazione inadeguata, un’esecuzione errata, una supervisione inefficace e conflitti interni, tra le altre cause. “Mantenere un controllo costante sulla spesa per il cloud è essenziale per contenere gli sprechi”, afferma Jimmy Pham, specialista in DevOps, platform as-a-service e container as-a-service presso la società di consulenza aziendale Booz Allen Hamilton. “Controllare la spesa per il cloud non può essere un’operazione una tantum. Una combinazione di tecnologia, operazioni e buone pratiche può aiutare a ridurre gli sprechi”.
Ecco sette suggerimenti per ottimizzare l’investimento nel cloud ed evitare gli sprechi di budget.
1. Individuare gli sprechi nascosti
Gli sprechi si nascondono in molte forme. “Ci sono risorse inutilizzate, come lo storage e altre risorse di elaborazione”, afferma Tristan Morel L’Horset, responsabile per il Nord America della crescita del cloud e dell’infrastruttura presso la società di consulenza Accenture Technology Services. “Un’altra pratica dispendiosa”, osserva, “è il mancato riciclo di ambienti applicativi, comprese le aree di sviluppo e test, quando non in uso”. Il sovradimensionamento delle risorse di elaborazione è un altro metodo efficace per sperperare denaro, sebbene possa essere facilmente risolto. “Con il passaggio delle applicazioni al cloud, ora possiamo veramente ridimensionare solo ciò di cui abbiamo bisogno e cambiare con l’aumentare della domanda”, spiega L’Horset.
“L’overprovisioning dei servizi di infrastruttura, come lasciare le VM attive quando non sono in uso o rendere disponibili ambienti non di produzione mentre sono inattivi, è ancora rilevante nel cloud”, afferma John Yeoh, vicepresidente globale della ricerca per Cloud Security Alliance, organizzazione no profit che sostiene le migliori pratiche di sicurezza cloud. “Prima di passare al cloud, le aziende sviluppavano e gestivano tali risorse in locale, dove i risparmi sui costi derivanti dalla manutenzione operativa e di capitale erano immediatamente visibili. Oggi le efficienze operative possono essere ottimizzate attraverso la scalabilità automatica e la natura on demand del cloud”.
2. Monitoraggio continuo
Uno dei modi migliori per ottenere il controllo sulla spesa per il cloud è monitorare attentamente i carichi di lavoro e le applicazioni e apportare modifiche in base alle esigenze sia attuali che pianificate. “Per ottimizzare la spesa per il cloud è necessario disporre di un quadro completo dell’attività cloud della propria azienda, in modo da poter prendere le decisioni giuste per ottimizzare tale attività”, afferma Brian DeMeulle, direttore esecutivo per l’architettura e l’infrastruttura aziendale presso l’Università della California a San Diego.
Strumenti e servizi di monitoraggio e gestione automatizzati del cloud sono essenziali per rilevare potenziali sprechi. DeMeulle utilizza una piattaforma di gestione multi-cloud e una società di operazioni finanziarie in cloud di terze parti per dare ai membri del team IT e finanziario piena visibilità sull’uso del cloud dell’Università, nonché per fornire consigli personalizzati su come e quando apportare modifiche a ottimizzare i costi. “Con la giusta combinazione di soluzioni e supporto dei partner, le aziende possono ottenere rapidamente il controllo della spesa per il cloud”, promette DeMeulle.
Pham consiglia di condurre regolari revisioni finanziarie e di sviluppo software. “Ciò include sia revisioni manuali ricorrenti che, cosa più importante, report, avvisi e trigger automatizzati e ottimizzati per fornire punti dati pertinenti e precisi per azioni rapide e decisive”, afferma.
Il monitoraggio costante richiede anche l’utilizzo di uno strumento in grado di rilevare rapidamente eventi anomali. L’Horset ricorda di aver lavorato con un cliente che era sconcertato da un inspiegabile aumento del consumo di cloud.
“L’infrastruttura funzionava molto bene, ma uno degli sviluppatori aveva ampliato diverse risorse cloud per eseguire il mining di bitcoin”, spiega. Solo dopo che lo strumento di monitoraggio dell’azienda ha avvisato l’IT di un evento di consumo anomalo, il problema è stato scoperto e risolto. “Il monitoraggio degli eventi di consumo è diventato molto importante nella gestione del cloud e deve essere effettuato in tempo reale per evitare sorprese”.
3. La fretta è cattiva consigliera
Un approccio coerente all’adozione del cloud generalmente offre il miglior valore a lungo termine. Spostare i servizi aziendali nel cloud senza un piano, o come reazione istintiva a un evento esterno, spesso porta a sprechi a lungo termine.
La pandemia COVID-19, per esempio, ha creato una corsa al cloud di cui alcune aziende stanno iniziando a pentirsi. Con la diffusione degli ambienti di lavoro e apprendimento da remoto, le aziende hanno iniziato a trasferire i servizi essenziali nel cloud con una pianificazione anticipata minima o nulla. “All’inizio, per necessità, poteva sembrare più veloce spostare semplicemente i servizi sul cloud pubblico o implementare nuovi servizi all’interno del cloud pubblico”, afferma DeMeulle. “Tuttavia, senza tempo sufficiente per pianificare una migrazione o un’implementazione, le aziende non scelgono il miglior modello di consumo”.
4. Puntare all’efficienza
“L’ingegneria dei costi del cloud si basa sull’efficienza”, spiega Jim Haughwout, responsabile dell’infrastruttura e delle operazioni di Spotify. “Non un’efficienza burocratica in stile monitoraggio del tempo, ma progettazione di sistemi e servizi per scalare in modo efficiente”.
Haughwout osserva che Spotify è stato in grado di trasformare l’ingegneria dei costi in una piattaforma per l’ottimizzazione. “Gli ingegneri amano l’ottimizzazione“, osserva Haughwout. “Trasformando l’ingegneria dei costi in una disciplina di ottimizzazione, abbiamo sfruttato questa passione: abbiamo fornito loro le informazioni per ispirare ottimizzazioni che rendessero il loro software più efficiente e, di conseguenza, più veloce e scalabile”.
La chiave del successo, secondo Haughwout, era rendere i costi pertinenti e attuabili. “Abbiamo fornito insight che consentono agli ingegneri di sapere come sono i loro servizi, pipeline di dati, siti web e così via in termini di costi per dollaro di entrate, costo per utente e costo in termini di ore di lavoro”, spiega. L’approccio ha consentito ai team di vedere quando i sistemi funzionavano in modo meno efficiente del previsto, stimolando l’azione e consentendo agli ingegneri di prendere decisioni informate in termini di tempo e costi.
“Questo ha convertito il controllo top-down in ottimizzazione e pianificazione bottom-up”, afferma Haughwout. “Una volta fatto questo, l’ingegneria dei costi è stata implementata come parte del normale lavoro dei team”.
5. Avere chiaro l’obiettivo
Per ottenere un controllo preciso sulla spesa per il cloud, è utile iniziare avendo in mente il risultato finale. “Concentrandosi solo sulla spesa si perde il pieno valore del cloud”, avverte L’Horset.“Una micro-focalizzazione solo sulla spesa per il cloud può rendere le aziende cieche al valore reale del cloud, che riguarda l’agilità, le prestazioni e l’innovazione“.
6. Anticipare i cambiamenti
In prospettiva, le strategie cloud di qualsiasi azienda continueranno a evolversi e cambiare con aggiunte SaaS, nuovi servizi cloud-native e vari altri sviluppi. “Per pianificare qualcosa di così dinamico è necessaria una strategia integrata che allinei governance, operazioni e spesa del cloud”, afferma Pham.
Uno dei principali problemi di budget per i leader IT è considerare la spesa per il cloud come un elemento statico. Il cambiamento avviene e potrebbe essere necessario aumentare improvvisamente la spesa per il cloud. “Questo non vuol dire che dovrebbe esserci un budget cloud illimitato”, afferma Pham, “ma solo che dovrebbe essere allineato alle iniziative aziendali e IT in modo che i picchi non siano una sorpresa e siano utilizzati per prevedere le esigenze e le tendenze di spesa future”.
Sebbene la tecnologia cloud sia in continua evoluzione, alcuni reparti aziendali potrebbero fare resistenza al cambiamento. “I reparti di procurement tradizionali, per esempio, a volte hanno difficoltà a spostare la loro pratica verso le necessità emergenti di spesa per il cloud”, osserva Blair Hanley Frank, analista della società di consulenza Information Services Group. “Spesso si concentrano sul miglior rapporto qualità-prezzo massimizzando gli sconti, il che può portare le aziende a firmare accordi di spesa vincolata che superano di gran lunga la loro capacità di utilizzare i servizi. Le imprese dovrebbero evitarli a tutti i costi”.
7. Comprendere i costi reali
“La governance svolge un ruolo particolarmente importante nel fornire visibilità e trasparenza sull’utilizzo delle risorse cloud”, osserva Pham, “perché fornisce chiarezza e responsabilità per i sub-account cloud e funziona insieme ai report in corso e alle scansioni di utilizzo per i sub-account”.
È importante avere il controllo dei dati sui costi “non solo al livello più alto, ma fino al livello dei componenti”, consiglia Haughwout. “Le aziende devono essere in grado di capire quanto costa ogni microservizio e database, perché le modifiche e le ottimizzazioni vengono apportate a quei livelli. I mandati dall’alto verso il basso si tradurranno semplicemente in azioni inefficaci che non sono sostenibili”.
Il manager suggerisce di osservare come i costi del cloud si inseriscono nei costi operativi dell’azienda e stabilire obiettivi per migliorare continuamente. Ciò consentirà all’IT di trarre vantaggio dai progressi tecnologici in corso, impedendo al contempo di rallentare i team in nome del “risparmio”.