Kubernetes: chiave di volta per Edge Computing e robotica?

Ecosistema Edge con IoT
Kubernetes è già oggi una parte fondamentale dell’ecosistema edge: che lo si adotti o meno, per sviluppare soluzioni integrate è opportuno guardare a come vengono realizzate in un’ottica di orchestrazione di container. L’intersezione tra cloud nativo e edge computing si preannuncia molto più ampia di quanto fosse ipotizzabile all’inizio.In realtà l’Edge ormai è ovunque, dentro e fuori del data center aziendale e del cloud. Parlare di Edge e dei dati che gestirà porta con sé anche la gestione di un nuovo mondo nell’IoT. A differenza del classico mondo dei data center, riparati dalle intemperie (fisiche e metaforiche), i nodi edge e i dispositivi IoT possono essere implementati in un’ampia varietà di ambienti, dove potrebbero affrontare pericoli come umidità, vibrazioni, polvere e molto altro. La posizione fisica dei server Edge, spesso raggiungibili con facilità, li espone anche a manomissioni, furti e persino a complesse minacce alla sicurezza della rete.
L’IoT, e più in generale l’infrastruttura Edge, va quindi vista come un ecosistema non esattamente identico a quello che l’ha preceduto, anzi più ampio, con le sue somiglianze, aderenze e differenze rispetto all’infrastruttura del cloud.
Molti spunti possono essere trovati all’interno del programma del Kubernetes on Edge Day, di grande ampiezza e completezza degli argomenti. Ne citiamo alcuni: le architetture più o meno distribuite, DevOps e GitOps, intelligenza artificiale e machine learning. Un certo interesse riguarda anche non-Kubernetes devices in Kubernetes.
Kubernetes ambiente robotico
In conclusione, che rilevanza hanno la gestione dei robot e Kubernetes nell’Edge computing? C’è una sorprendente risposta che viene dalla Sony. Usando Kubernetes su un sistema cluster perimetrale si hanno molti vantaggi come il ciclo di vita dell’applicazione, la distribuzione e il ripristino. Il classico operating system ROS in versione Data Distributed System si può costruire un sistema distribuito su un cluster edge, in modo che più robot possano connettersi direttamente e lavorare in modo collaborativo per l’attività specifica. Per collegare risorse hardware e persino dispositivi virtuali che accedono al sistema host come applicazioni di terze parti. Ne parleranno Tomoya Fujita e Feng Gao di Sony.