Con la diffusione del coronavirus, i leader del fornitore di software Elastic si sono preoccupati del potenziale burnout dei propri dipendenti. Per mitigare i problemi che potrebbero avere un impatto sulla salute mentale dei lavoratori, l’azienda ha accelerato l’implementazione di Ginger, una piattaforma software che consente ai dipendenti di connettersi rapidamente con un coach di salute comportamentale o un terapista autorizzato tramite chat di testo o video live.

Oltre ad aver implementato Ginger tre mesi prima del previsto, “Elastic ha anche aumentato la promozione dei suoi programmi di assistenza e benessere per i dipendenti e delle soluzioni di telemedicina sul suo wiki aziendale”, spiega Leah Sutton, vicepresidente senior delle risorse umane per Elastic, i cui prodotti di ricerca sono utilizzato da aziende Walmart, T-Mobile e Adobe.

Elastic è tra le migliaia di imprese che stanno rafforzando il supporto per la salute mentale e il benessere dei dipendenti. Secondo il sondaggio CIO Harvey Nash/KPMG del 2020, che ha coinvolto oltre 4.200 leader IT, il 60% dei CIO intervistati sta mettendo in atto programmi di salute mentale per supportare i propri team.

I rischi per la salute mentale

Anche prima della pandemia i dipendenti potevano soffrire di stress e, in generale, avere problemi di salute mentale causati dall’ambiente lavorativo. “Ma la pandemia ha fatto impennare i livelli di stress”, sottolinea Arielle Trzcinski, analista di Forrester Research.

Il rischio di burnout è particolarmente elevato tra i professionisti IT, la maggior parte dei quali ha svolto turni prolungati per garantire che i propri colleghi possano lavorare efficacemente da remoto. E il personale IT a sua volta lavora da casa, e deve quindi trovare un equilibrio tra le mansioni lavorative e l’ambiente domestico. Abituati a lavorare in team affiatati e agili, i professionisti IT possono sentirsi isolati anche dai colleghi. La fatica del lavoro a distanza, aggravata dalla pandemia e da altri fattori di stress, è dannosa sia per la salute mentale che fisica. Oltre a comportare conseguenze a lungo termine per i singoli individui, ciò influisce sulla produttività e sulle prestazioni aziendali.

Fortunatamente, i leader IT si sono resi conto di questo problema, secondo l’analista di Gartner Christie Struckman. Da metà marzo, Struckman ha ricevuto più di 350 richieste di informazioni da leader IT su come affrontare l’impatto emotivo della “nuova normalità” sui team. “È decisamente una priorità per i CIO”, dice Struckman. “Mi chiedono: cosa posso fare per aiutare il mio team?”.

Come gestire la salute mentale del vostro team

A questo proposito, ecco i consigli di Struckman e Trzcinski per i leader IT.

1. Non puoi versare nulla da una tazza vuota. Prendersi cura di se stessi è il primo consiglio che Struckman offre ai CIO su come possono prendersi cura dei loro team. “Cosa stai facendo per prenderti cura di te? Da un punto di vista fisico si tratta di esercizio, sonno e alimentazione sana”, afferma Struckman. “Cosa stai facendo per riempire la tua tazza? Se è vuota, non hai niente da dare agli altri”.

2. Mostrarsi vulnerabili. I leader IT possono sdrammatizzare i problemi di salute mentale aprendosi ai team quando sono in difficoltà. Struckman cita l’esempio di un CIO che ogni tanto lavorava dalla sua auto a causa della sua situazione domestica. Struckman gli ha suggerito di condividere questa informazione con il suo team e, quando lo ha fatto, i colleghi hanno condiviso le proprie difficoltà nel conciliare ambiente domestico e lavorativo. Questa empatia rafforza lo spirito di squadra.

3. Riconoscere i segnali di pericolo. I CIO dovrebbero anche imparare a riconoscere i segni di stress, ansia e depressione. Una postura incurvata, irrequietezza e borse sotto gli occhi sono i classici segnali di pericolo, ma alcune persone sono abili nel nasconderli. “Quindi i leader devono prestare molta attenzione al proprio team”, dice Struckman.

4. Ascoltare lo staff. E’ probabile che la domanda “Come stai?” susciti oggi risposte molto diverse rispetto a nove mesi fa. “I manager devono essere preparati a ricevere quelle risposte e indirizzare i dipendenti a risorse appropriate”, afferma Trzcinski. La buona notizia è che i dipendenti, in particolare la generazione Z e i Millennial, oggi più che mai vogliono parlare di salute mentale con i loro datori di lavoro.

5. Cogliere le sfumature. Struckman consiglia ai CIO di fare attenzione ai dettagli per cogliere i cambiamenti d’umore. Per esempio, se un dipendente di solito ottimista afferma di aver avuto “una settimana lunga e difficile”, è un segnale che qualcosa non va. O magari c’è qualcuno che non parla così tanto come fa normalmente. E’ importante affinare l’abilità nel cogliere queste differenze.

6. Ridurre le riunioni virtuali.Ci sono più riunioni ora rispetto al pre-Covid perché i leader IT stanno cercando di replicare virtualmente l’ambiente dell’ufficio utilizzando Zoom, Microsoft Teams o uno strumento equivalente”, afferma Struckman. Ma questo allontana i dipendenti dal loro lavoro effettivo, il che si traduce in lavoro serale o nei fine settimana, riducendo il tempo impiegato per prendersi cura di se stessi o delle proprie famiglie. “I dipendenti hanno bisogno di tempo per portare a termine le loro attività entro un normale orario lavorativo”, afferma Struckman. La soluzione è semplice: eliminare le riunioni non indispensabili.

7. Essere più creativi nella gestione del tempo. Oltre a ridurne il numero, i CIO potrebbero scegliere un giorno alla settimana completamente libero da riunioni. Oppure stabilire che non si fanno riunioni prima delle 10 o dopo le 15. Inoltre, provate a virtualizzare altri aspetti del lavoro. “Per esempio, se è in corso una Request for Proposal che richiede i commenti del team, inseritela in uno spazio di lavoro collaborativo con una scadenza per la presentazione dei commenti da parte del personale”, suggerisce Struckman.

8. Misurare la temperatura del team, virtualmente. Proponete un sondaggio per chiedere alle persone come stanno e di quali tipi di supporto per la salute mentale avrebbero bisogno. “In questo modo”, dice Trzcinski, “le aziende possono raccogliere suggerimenti sul tipo di piattaforme o soluzioni di supporto su cui investire”.

9. Scegliere una soluzione per il supporto. I leader IT dovrebbero collaborare con le risorse umane per scegliere le piattaforme adatte ai loro dipendenti, sia sulla base del sondaggio svolto che sulle condizioni di salute mentale prevalenti. Gli strumenti attualmente disponibili includono programmi digitali mirati, terapia virtuale e piattaforme per il benessere mentale, che Trzcinski descrive qui.

Non è solo questione di budget

Alcuni leader IT mi dicono di non avere budget da investire in risorse per sostenere la salute mentale, ma io rispondo che non possono permettersi di non farlo”, afferma Trzcinski. “Un leader deve comprendere quando le persone hanno bisogno di aiuto”.

Secondo Struckman e Trzcinski, infatti, le condizioni di disagio non affrontate portano a un aumento delle assenze, elevato turnover del personale e scarse prestazioni. Situazioni che è meglio prevenire usando tutte le risorse disponibili.