Settore IT, quali aziende sopravviveranno alla recessione Covid-19?

Negli ultimi mesi la pandemia Covid-19 è stata al centro di ogni notizia, con una copertura mediatica che non ha quasi nessun precedente. L’emergenza è entrata nella coscienza delle persone e ha influenzato la vita in un modo paragonabile a una guerra.
Costruire un modello predittivo sugli scenari del prossimo futuro è quasi impossibile. Nessuno può dire con certezza quando l’emergenza sarà davvero finita e se l’economia tornerà ai livelli pre-pandemici. E nessuno può dire con certezza quali lavori, aziende e settori industriali sopravviveranno alla crisi.
Anche se proviamo a restringere il campo di applicazione al settore tecnologico, è difficile prevedere quali fornitori sopravviveranno indenni a questo periodo. Quali aziende tecnologiche si riprenderanno meglio dalla pandemia Covid-19 e dalle sue conseguenze, e quali no?
Per fare un quadro della situazione può essere utile esaminare i fattori che portano alla disoccupazione. Prenderò in prestito dalla teoria economica i concetti di disoccupazione strutturale, frizionale e ciclica, che vengono applicati alle singole persone che cercano lavoro, per tradurli in ambito aziendale e capire quando un’azienda si trova a essere “disoccupata”.
Sopravvivere alla disoccupazione strutturale causata dal Covid-19
La disoccupazione strutturale si verifica quando molte persone sono senza lavoro perché le loro competenze non riescono a soddisfare le richieste del mercato. Spesso ciò accade quando il cambiamento delle tecnologie utilizzate da settori o aziende chiave rende obsolete le competenze di molti lavoratori. La soluzione è una combinazione di riqualificazione della forza lavoro o, se ciò non è possibile, l’assunzione di nuovo personale con le competenze richieste.
Un’azienda può trovarsi in una situazione equivalente quando i suoi processi operativi diventano obsoleti a fronte di cambiamenti tecnologici che offrono un vantaggio persistente ai competitor che hanno abbracciato le nuove tecnologie. Questo è il concetto di “trasformazione digitale”. Quando i clienti preferiscono nuovi modi tecnologici di fare business – per esempio online, mobile, self-service, digitale, streaming, basato sull’intelligenza artificiale – è probabile che le aziende che mantengono le tecnologie più vecchie si ritrovino in una situazione paragonabile alla disoccupazione strutturale. In altre parole perderanno clienti, ricavi e quote di mercato fino a quando non ammoderneranno il proprio modello di business (se non sarà troppo tardi).
Ora che i negozi fisici e i modelli di business basati sulla presenza sono messi sotto pressione, è probabile che alcune aziende che hanno fatto affidamento su questi approcci non sopravviveranno fino al 2021.
In un recente articolo Tim O’Reilly ha illustrato un possibile futuro in cui le aziende vincenti sono i fornitori di soluzioni basate su sensori, per la produttività del lavoro da casa, apprendimento online remoto, monitoraggio delle malattie in tempo reale e realtà virtuale per la partecipazione da remoto a eventi sportivi.
Considerando le ripercussioni della “nuova normalità” sugli ambienti di lavoro, è prevedibile che avranno successo i venditori dei seguenti prodotti:
- articoli di sanificazione per pulire e disinfettare quotidianamente tutte le superfici
- servizi contactless come porte senza contatto, bidoni della spazzatura e dispositivi sanitari
- servizi di interior design per riprogettare sale riunioni, sale da pranzo, bar, impianti sportivi e altri spazi aziendali che tradizionalmente favoriscono la vicinanza sociale
- strutture fisiche che garantiscono il distanziamento come divisori in plexiglass e barriere di plastica
Per quanto riguarda il settore IT, la struttura della vita aziendale favorirà i fornitori delle seguenti soluzioni.
- Sensori di prossimità. Integrati in smartphone e dispositivi indossabili, i sensori di prossimità alimenteranno gli assistenti digitali personali con AI ambientale in tempo reale in condizioni di folla.
- Computer vision. Le telecamere intelligenti useranno l’AI per automatizzare la sorveglianza di folle, il conteggio delle persone presenti in un luogo, la stima del tempo di attesa e inviare avvisi quando le persone si avvicinano troppo all’interno o all’esterno in un luogo pubblico.
- Correlazione della posizione. Le app mobili faranno affidamento sull’intelligenza artificiale per correlare mappe di dati che mostrano quanto le persone stiano generalmente seguendo le linee guida di distanziamento sociale. Le app di contact tracing identificheranno fino a che punto sono rimaste distanti da altre persone che sono state infettate da un virus o, potenzialmente, rispondono ad altri parametri rilevanti.
- Biosensori. Il layout degli uffici post-pandemia sarà caratterizzato da biosensori per rilevare agenti patogeni virali nell’aria, su pavimenti, pareti, soffitti, attrezzature e su ogni superficie. Alcune aziende richiederanno ai dipendenti di utilizzare dispositivi wearable dotati di biosensori e utilizzare app di tracciamento dei contatti per determinare la loro esposizione ai portatori di malattie sul posto di lavoro. La termografia a infrarossi e altri sensori dotati di AI consentono la sorveglianza e lo screening attivi per le persone infette e portatrici in ogni struttura. La visione basata sull’intelligenza artificiale monitorerà e applicherà le linee guida di distanziamento sociale.
- Disinfezione robotizzata. Sarà necessaria anche la disinfezione degli ambienti di lavoro tramite l’automazione basata sull’intelligenza artificiale. La robotica è la chiave di questa pratica emergente. Pacchetti di biosensori intelligenti e piattaforme di pulizia robotizzata automatizzeranno la sanificazione degli spazi comuni prima di consentire a lavoratori e clienti di occuparli nuovamente.
- Consegna automatizzata. Droni e altri sistemi di consegna autonomi serviranno in prima linea praticamente in ogni scenario del mondo reale, sfruttando l’intelligenza artificiale per navigare, gestire e manipolare oggetti e interagire con gli umani.
- Telepresenza. I sistemi di telepresenza basati sull’intelligenza artificiale diventeranno una funzionalità standard negli uffici fisici e remoti che richiedono funzionalità di conferenza ad alta fedeltà.
Più in generale, dobbiamo chiederci se i seguenti segmenti del settore IT hanno qualche chance nella nuova normalità:
- le società di promozione eventi possono sopravvivere a lungo ora che i loro clienti IT stanno adottando approcci interamente digitali?
- le aziende di analisi del mercato, i cui modelli di business dipendono dal coinvolgimento dei clienti attraverso eventi di persona, saranno in grado di proseguire?
- le aziende IT abituate a un modello di business con i dipendenti in presenza subiranno un forte calo della produttività dal dover fare un improvviso, forse permanente, ritorno alla collaborazione virtuale?
- quanto peseranno sul bilancio generale gli uffici che rimarranno vuoti, in quanto i dipendenti sono incoraggiati a svolgere il loro lavoro da casa?
- le aziende di tecnologia consumer che hanno raggiunto un’ampia adozione in parte attraverso una rete di vendita al dettaglio saranno in grado di mantenere redditizi tali punti vendita, ora che vendite e servizi online sono il canale di preferito della maggior parte dei clienti?
Ciò che non è chiaro in questo momento è se i modelli di business che prevedono la presenza in persona di qualsiasi fornitore di tecnologia siano stati gravemente danneggiati – o rischiano di esserlo – dai lockdown imposti a causa del Covid-19. Una volta terminata l’attuale emergenza, gli eventi verranno probabilmente riprogrammati con misure di distanziamento sociale, i lavoratori torneranno negli uffici completamente sanificati delle loro aziende e i punti vendita riapriranno con nuove pratiche operative a “prova di contagio”.
Strutturalmente, oggi viviamo in un mondo virtuale e ci aspettiamo che le aziende che lo hanno reso possibile durante la pandemia siano più agguerrite che mai. Le aziende FAANG (Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google) saranno in prima linea. Allo stesso modo, qualsiasi fornitore SaaS, come Oracle, SAP e Salesforce, sopravviverà alla pandemia e sarà pronto a crescere ancora di più. Anche Microsoft è nel gruppo delle aziende che beneficiano della tendenza verso tutto ciò che è virtuale, self-service e cloud.
Negli ultimi mesi le nostre vite personali e lavorative hanno ruotato attorno allo scenario delineato da queste aziende: online, on-demand, self-service, mobile, social, streaming, virtuale e cloud-centrico. Molti di questi fornitori hanno anche fatto importanti investimenti in AI, automazione, robotica, edge computing e Internet of Things. Sono tutti fattori chiave di un mondo in cui non avremo bisogno di vedere, toccare o interagire a stretto contatto con altri esseri umani. I FAANG e altre società assimilabili emergeranno in un mercato tecnologico in cui i venditori che non erano preparati per questa dislocazione strutturale.
D’altra parte, i clienti potrebbero essere stati così stanchi dal distanziamento sociale che gli incontri di persona (negozi fisici, grandi eventi culturali e sportivi, viaggi per affari e piacere) torneranno ad avere la loro importanza, neutralizzando così il vantaggio strutturale ottenuto dai FAANG.
La disoccupazione frizionale indotta dal Covid-19
La disoccupazione frizionale si verifica quando molte persone senza lavoro trascorrono quantità eccessive di tempo alla ricerca di nuovi posti di lavoro. Spesso ciò accade quando colli di bottiglia o inefficienze nel mercato del lavoro rendono difficile per le persone trovare un impiego adatto alle loro competenze, anche se le richieste possono essere abbondanti.
Per quanto riguarda le imprese, emergono problemi frizionali quando le aziende devono impiegare più tempo del normale per garantire il denaro necessario per rimanere a galla in condizioni economiche difficili. Man mano che si attenuerà la crisi attuale, le aziende IT che hanno solide posizioni come flusso di cassa o che possono accedere facilmente al credito e altri finanziamenti si riprenderanno più velocemente. Possono assumere, investire in nuovo capitale operativo e, in caso contrario, crescere per soddisfare quella che sarà sicuramente una domanda repressa da parte dei clienti.
Fortunatamente per tutti noi, la crisi Covid-19 arriva alla fine del periodo di bull market (una fase di rialzo dei mercati) più lungo della storia. Più precisamente, arriva alla fine di un lungo periodo di piena occupazione. Pertanto, non sarà difficili trovare investitori disponibili a finanziare qualunque impresa sia sopravvissuta alla crisi e pronta a tornare a pieno ritmo. Ancora una volta FAANG e affini dovrebbero essere in un’ottima posizione, considerando la loro già solida posizione finanziaria.
C’è un chiaro segnale di avvertimento per coloro che dipendono fortemente dalle entrate derivanti dalla vendita di annunci digitali. Un recente articolo del Wall Street Journal afferma che Facebook ha riportato un utilizzo significativamente più elevato dei suoi prodotti e servizi durante la crisi Covid-19. Tuttavia, ha registrato anche un calo significativo della pubblicità digitale in tutto il mondo. Inoltre, non sta monetizzando molti dei servizi che hanno registrato un aumento del coinvolgimento, il che aumenta le loro spese generali senza la corrispondente crescita di entrate.
Da parte sua Alphabet, la casa madre di Google, riferisce che molti dei suoi più grandi clienti hanno ridimensionato in modo significativo le loro spese per gli annunci online. Questo è un segnale per l’azienda, che si basa quasi interamente sulla pubblicità online ed è fortemente vulnerabile a qualsiasi spostamento strutturale del settore dai modelli di business supportati dalla pubblicità.
Resistere alla disoccupazione ciclica innescata dal Covid-19
Si parla di disoccupazione ciclica quando non c’è abbastanza domanda aggregata nell’economia per offrire un posto di lavoro a tutti coloro che lo stanno cercando. Spesso ciò accade durante una recessione in cui il credito si restringe, il mercato azionario crolla, i contratti di fornitura di moneta si bloccano improvvisamente e altri fattori macroeconomici si uniscono, reprimendo gravemente la domanda aggregata per un lungo periodo.
Il fatto che un’azienda tecnologica possa compensare una recessione ciclica innescata dall’emergenza coronavirus dipende da come riesce a risolvere le sfide strutturali e frizionali sopra menzionate. E dal fatto che riesca a mantenere in attivo il bilancio (per esempio evitando un eccessivo finanziamento del debito) durante l’emergenza e nell’immediato futuro.
Un altro fattore importante è la capacità di conservare risorse sufficienti durante il picco della crisi. Se il gioco si fa duro e prosciuga le sue riserve di liquidità, un’azienda può riprendersi efficacemente se può vendere o sfruttare le attività chiave per raccogliere i fondi necessari per sopravvivere.
Ancora una volta, anche FAANG e imprese simili sono in una posizione di forza. Il periodo che stiamo attraversando dimostra ampiamente il valore di cloud, digitale, streaming, edge computing, intelligenza artificiale e altre tecnologie di trasformazione digitale.
Anche se i ricavi di pubblicità e sottoscrizioni si esaurissero durante la crisi Covid-19 (uno scenario molto improbabile), tutte queste aziende hanno una riserva di prodotti e servizi preziosi che potrebbero concepibilmente liquidare in caso di necessità. Il denaro qui la fa da padrone, soprattutto in un momento in cui il mercato azionario è gravemente depresso e i consumatori trattengono il respiro, aspettando il via libera.
James Kobielus è analista e direttore di ricerca presso Futurum Research.