Sono decenni che Microsoft detiene il primato per gli strumenti collaborazione enterprise, produttività e comunicazione, ma con l’esplosione del cloud hanno iniziato ad affacciarsi su questo mercato anche altri attori, primo tra tutti Google con la sua G Suite. Cosa succederebbe però se anche Amazon decidesse di entrare con decisione in questo ambito? Un simile evento avrebbe la forza per rimescolare le carte in tavola o rimarrebbe comunque saldo il duopolio formato da Microsoft e Google?

Secondo Jeffrey Mann, vicepresidente di Gartner, Amazon potrebbe avere un forte impatto se prendesse questa sfida seriamente, ma per ora strumenti come WorkMail, WorkDocs e il più recente Chime non hanno mostrato di poter impensierire le soluzioni e gli strumenti collaborativi di Google e Microsoft.

Secondo invece l’analista di 451 Research Raul Castanon-Martinez Amazon potrebbe avere un forte impatto sul filone della business communication e dei team meeting, ma difficilmente riuscirebbe a impensierire Microsoft e Google a livello di strumenti di produttività.

Così la pensa anche Jan Dawson di Jackdaw, secondo il quale Amazon sta facendo bene a concentrare i propri sforzi in un settore come quello comunicativo ancora poco “caldo” in questo periodo. Secondo Dawson infatti Chime non è la soluzione più completa sul mercato quando si parla di collaborazione a distanza, ma è tra quelle che funziona meglio, soprattutto come semplicità di utilizzo e immediatezza.

TJ Keitt, analista di Forrester, fa poi notare come il comparto che lui chiama “enterprise cloud office” sia molto difficile da penetrare. Ci hanno infatti provato anche Novell, Oracle, Cisco e IBM senza però riuscirci e la stessa Apple ha deciso di non partecipare a questa competizione. Keitt non si dice quindi stupito per il fatto che anche Amazon non stia procedendo su tale rotta.

Collaborazione enterprise

Sempre Dawson poi sottolinea come la stessa Google abbia impiegato anni per erodere un po’ di quote di Office, riuscendo a convincere con la sua proposta collaborativa e comunicativa soprattutto le compagnie più piccole, meno legate a infrastrutture legacy e a tutto il macrocosmo di servizi che gira attorno a Office. Se Amazon decidesse di fare ora il grande salto, si troverebbe di fronte ad anni tutt’altro che semplici e a una competizione soverchiante.

Dalla sua però il colosso di Jeff Bezos ha Amazon Web Services, che almeno tecnicamente riuscirebbe senza tanti problemi a supportare una piattaforma cloud per applicazioni enterprise. Il fatto poi che già ora molte compagnie abbiano rapporti con Amazon proprio per AWS, ritenuto in generale un ecosistema affidabile, sicuro e scalabile, è un punto a favore a livello di fiducia e relazioni business, ma come fa notare Dawson un conto è offrire servizi cloud ai settori IT, un altro è proporre un software di ottima qualità all’utente finale.

Se è poi vero che ad Amazon manca ancora un pacchetto cumulativo di app (o una suite), è altrettanto vero che già oggi sono a disposizione strumenti come i già citati Chime, WorkDocs e WorkMail, ai quali si aggiungono WorkSpaces, QuickSight e AppStream. Tool che però sono molto più orientati alla collaborazione tra team che non alla produttività personale.

Oltre alla spalla fornita da AWS, Amazon potrebbe spingere molto su fattori importanti come prezzi e scalabilità ma anche semplicità, visto che destreggiarsi oggi tra le varie offerte di Office 365 e G Suite può creare confusione tra i clienti. I primi anni sarebbero certamente in perdita se Amazon optasse per un’offerta molto aggressiva in termini di prezzi, ma ciò vale quasi sempre quando si vuole entrare in un nuovo mercato come terzo incomodo.

Rimane comunque il fatto, come sottolinea Keitt, che non si capisce ancora bene cosa potrebbe offrire Amazon a livello di contenuti che non stiano già offrendo ora Google e Microsoft. “Questa è un po’ la domanda chiave di tutta la faccenda e, al momento, Amazon non ha svelato nulla in proposito e non ha nemmeno compiuto acquisizioni importanti che possano indicare una strada da intraprendere. Una cosa però è sicura. Amazon non riuscirà mai a dire la sua in questo settore se deciderà di sfidare Google e Microsoft attaccando direttamente i loro rispettivi punti di forza”.