Tutte le informazioni che vi servono se volete sapere qualcosa, o se dovete fare qualcosa, che è connesso con l’emergenza Coronavirus: così si può definire il Coronavirus Tech Handbook, nato soltanto 20 giorni fa come repository di collaborazione tra specialisti su un semplice Google Doc, e trasformatosi con velocità impressionante in una specie di Wikipedia del Coronavirus, con contributi da migliaia di specialisti in tutte le aree di conoscenza che riguardano la pandemia.

In quello che è rimasto un Google Doc, nonostante i moltissimi accessi che spesso costringono ad aspettare qualche secondo per l’accesso, si possono trovare guide e informazioni in ogni campo riguardante il virus, ordinatamente divise in sezioni, tra cui Medicine & Care, Epidemiology, Institutional Responses, Engineering, Tech Responses, Stay at Home, Work, Specialist Communities, Volunteering.

E in queste, ordinatamente, si trova di tutto, con precedenza per i progetti open source: infografiche sulla diffusione dell’epidemia, accorgimenti tecnici per andare a fare la spesa in tutta sicurezza, o impiegare nel modo migliore il tempo a casa, opzioni per fare donazioni, aggiornamenti in tempo reale sullo stato d’avanzamento della ricerca scientifica sul virus, indicazioni e provvedimenti ufficiali delle autorità, istruzioni tecniche per configurare un ventilatore polmonare o stampare in 3D una maschera protettiva per il viso, fino ai protocolli per il triage pre-ricovero.

Ovviamente c’è anche una ricca sezione dedicata al Remote Working (nessuno fuori dall’Italia usa l’espressione “Smart Working”), con introduzioni, consigli su come organizzare il proprio lavoro, come dirigere un team da remoto (c’è anche una chat di Whatsapp per datori di lavoro), come gestire la cybersecurity o organizzare una videoconferenza, e liste e confronti delle applicazioni più utili, divise in categorie: Remote Management, Remote Working tools, Asynchronous Collaboration Tools, con webinar e guide pratiche.

E poi c’è una sezione Work con moltissime informazioni per gestire questa situazione soprattutto dal punto di vista dei datori di lavoro, con analisi degli impatti sui singoli settori, consigli per organizzare fabbriche e uffici per rispettare le normative, e per gestire il personale.

Techworld, testata del gruppo IDG di cui fa parte anche Computerworld, ha intervistato ieri il promotore del progetto, Edward Saperia, esperto di crowdfunding e attualmente Dean del London College of Political Technologists, un think tank che coordina la collaborazione tra il governo centrale inglese e le associazioni e comitati di cittadini e volontari.

“Quando c’è un problema come questo, complesso e continuamente in cambiamento, anche tenere traccia di quello che sta succedendo è molto difficile”, spiega Saperia, precisando che l’idea è nata nei primi giorni di marzo da un suo studente specializzato in Forecasting, convinto che in breve il Coronavirus sarebbe diventato un grave problema a livello mondiale. “Abbiamo pensato di creare una library per specialisti che facilitasse la collaborazione, la condivisione e la diffusione immediata di dati e informazioni”.

“In una prima fase ci siamo occupati di raccogliere la prima ondata di dati disponibili. Le associazioni di varie specialità della medicina ci hanno contattato perché non ricevevano informazioni omogenee e utili, ed erano alla ricerca di un centro di coordinamento per poter condividere informazioni tra loro. Poi abbiamo riscontrato una forte domanda di informazioni sul remote working, e sull’insegnamento a distanza, e poi si è aggiunto il mondo del volontariato”.

“La società civile ha meccanismi e istituzioni creati per rispondere a situazioni come questa, ma sono ecosistemi sofisticati, con molte aree di specializzazione. È importante evitare che per la fretta di rispondere la qualità delle loro risposte si deteriori, cosi moltissimi volontari si offrono, ma occorre coordinare i loro sforzi”.

Per fortuna, continua Saperia, tutti sanno usare Google Doc. Il sito sta sperimentando dei forti sovraccarichi, Google tende a mettere tutto in standby se ci sono più di 100 contributor che lavorano su un doc, e quindi il sito Coronavirus Tech Handbook è stato customizzato con accorgimenti per salvare il lavoro e permettere agli specialisti di accedere e riprendere il lavoro dove l’avevano lasciato appena è di nuovo possibile.

“È come una guerra, ma una guerra strana in cui abbiamo tutta la tecnologia a disposizione ma non si può uscire di casa. Ma vedo nascere grandi sviluppi da queste collaborazioni, e una specie di risorgimento della società civile: tra questi specialisti si stanno creando relazioni che dureranno tutta la vita”.