Ci sono conseguenze umane nel lavorare da casa?

Apple ha fatto segnare numeri eccellenti durante la pandemia, con l’uso aziendale dei Mac in aumento del 23% e vendite record di iPhone. Ma c’è un costo umano nel lavorare da casa?
Crisi nel divario lavoro/vita
Per avere un’idea dell’impatto del lavoro a distanza, ho parlato con TRUCE Software, che ha condiviso dati recenti proprio su questo argomento di grande attualità e rilevanza. Lavorare a distanza nel corso della pandemia significa innanzitutto che siamo più attaccati ai nostri dispositivi mobili come mai prima, con molti che passano più ore di prima su di essi e con un buon numero di persone che si lamentano dell’erosione dell’equilibrio tra lavoro e vita privata.
Questi i risultati più significativi della ricerca:
- Per il 62% dei 1.500 lavoratori statunitensi intervistati gli smartphone/tablet svolgono un ruolo chiave nell’aiutarli a essere produttivi.
- Più di un terzo utilizza i dispositivi mobili per lavoro più spesso rispetto alla pre-pandemia
- Il 56% ritiene inoltre che sia un loro diritto utilizzare dispositivi personali al lavoro
Ma ciò che è veramente critico è che il 46% delle persone intervistate ha affermato di lavorare più di un anno fa e che il 23% dei lavoratori vorrebbe poter trovare un migliore equilibrio tra il proprio lavoro e la propria vita domestica. Mentre la pandemia infuria, la maggior parte dei lavoratori deve anche imparare a gestire lo stress personale tra mancanza di contatto fisico, assenza di amici e familiari, lutti e fragilità economica o lavorativa. Tutto ciò sta creando un forte stress per molti e, in tanti casi, anche il cosiddetto burnout dovuto al lento ma costante esaurimento delle energie.
Relazioni umane esternalizzate
Ovviamente non esiste un perfetto equilibrio tra lavoro e vita privata. E mentre alcuni datori di lavoro comprendono lo stress che devono affrontare i loro dipendenti, non tutti vogliono o riescono a capirlo. I datori di lavoro attivi che si prendono cura del loro personale forniscono bonus relativi agli obiettivi, supporto personale e un atteggiamento di disponibilità quando si tratta dei giorni di malattia. Coloro che non lo fanno, invece, insistono che i lavoratori rimangano davanti alla webcam tutto il giorno e si rifiutano di accettare scuse per l’assenza a causa della cura dei figli piccoli o di qualsiasi altra necessità.
In larga misura, la responsabilità aziendale relativa alla cura dei dipendenti in questo ambiente è stata effettivamente esternalizzata ai dipendenti stessi, anche se la produttività e l’orario di lavoro sono aumentati. E mentre i dispositivi Apple e le app di terze parti possono aiutare i lavoratori remoti a gestire il tempo in modo più efficace, la necessità per tutte le parti di sviluppare nuovi modi di lavorare che non incidano sullo spazio personale rimane una sfida per nulla semplice da affrontare.
Non si tratta di una questione specifica della piattaforma (Windows o Mac, Android o iPhone, iPad o qualche altro tablet); semplicemente, i lavoratori aziendali di ogni livello affrontano sfide complesse mentre si destreggiano tra lavoro e responsabilità personali. Dopotutto la pandemia ha generato cambiamenti in tutto l’ecosistema aziendale. Prendiamo il supporto tecnico, dove l’implementazione zero-touch, il supporto remoto e l’onboarding digitale sono diventati obbligatori.
La qualità conta
I risultati finanziari più recenti mostrano come Apple abbia tratto vantaggio da questo cambiamento nel modo in cui lavoriamo. Non è una sorpresa, considerando il costo e la complessità della fornitura di supporto tecnico ad alcune piattaforme rispetto a quelle di Apple. “Una buona e affidabile tecnologia sul posto di lavoro non è più un vantaggio per i dipendenti, è un prerequisito” ha detto Justin Wells, CEO di Interlaced.io. “Questo è particolarmente vero per le generazioni che sono entrate di recente nel mondo del lavoro e sono cresciute con i dispositivi Apple”. E, a ben vedere, non è un caso che l’amministratore delegato di Apple, Tim Cook, abbia affermato: “Non credo che torneremo a come eravamo, perché abbiamo scoperto che ci sono alcune cose che funzionano molto bene virtualmente”.